“Molte famiglie possono a malapena permettersi i premi delle casse malati, mentre i produttori di dispositivi medici intascano miliardi. Eppure l’UDC e il PLR non pensano che sia necessario creare trasparenza e fermare questa fregatura a spese degli assicurati”, afferma la co-presidente Mattea Meyer. Come rivela una ricerca del Tagesanzeiger, in Svizzera gli ospedali pagano importi diversi per un dispositivo medico. Ad esempio, un pacemaker costa 12’900 franchi nel Canton Ticino, mentre lo stesso prodotto è disponibile nel Canton Soletta a partire da 2’200 franchi (TagesAnzeiger). Tuttavia, la ricerca mostra solo la punta dell’iceberg: si può presumere che tali assurde differenze di prezzo esistano anche per numerosi altri prodotti medici.
Nell’attuale legislatura, in particolare il PLR e l’UDC si sono rifiutate di creare maggiore trasparenza nel sistema sanitario. Ciò avrebbe permesso alle assicurazioni e all’Ufficio federale della sanità pubblica di scoprire quanto sono alti i prezzi dei singoli prodotti e di esercitare maggiori pressioni per ottenere prezzi più bassi. “La salute non è un business! Bisogna porre fine ai profitti a spese degli assicurati. Ora più che mai è necessaria una maggiore trasparenza e un acquisto controllato e centralizzato dei prodotti medici. Inoltre, dovrebbero essere vietati i pagamenti kickback”, afferma il Consigliere nazionale del PS Pierre-Yves Maillard. Inoltre, abbiamo bisogno di registri pubblici dei prodotti medici e del loro utilizzo: “Deve essere chiaro quanto costa un prodotto e quanto spesso viene utilizzato in quale ospedale”.
Il PS continua a sostenere la necessità di contenere i premi e di introdurre misure sociali ed efficienti contro l’aumento dei costi del sistema sanitario. Ulteriori richieste concrete sono contenute nel documento sulla salute del Gruppo parlamentare del PS, disponibile in francese.