Le service public postal doit être garanti

Le PS Suisse est préoccupé par l’annonce de fermeture de 170 offices postaux à venir. Face à cet état de fait, plusieurs parlementaires socialistes ont déposé des interventions parlementaires pour garantir un service public de qualité dans toutes les régions du pays.

« La situation financière de La Poste est bonne, avec un bénéfice de 254 millions de francs en 2023. Un tel démantèlement a donc de quoi soulever des questions », déclare la conseillère nationale socialiste Jessica Jaccoud (VD). La suppression d’offices postaux nuira à la qualité du service. Il en résultera une surcharge des offices restant et un transfert plus massif encore vers d’autres « partenaires » actifs dans le commerce de détail. « Il faut mettre fin à la sous-enchère. Les salarié-es des géants du commerce de détail, qui assument le travail de La Poste, doivent bénéficier des conditions de travail des CCT de La Poste », déclare le conseiller national socialiste Christian Dandrès (GE).

Afin d’assurer à la population un service postal universel, La Poste doit en outre pouvoir à l’avenir collaborer avec des entités publiques. « Des synergies entre les administrations communales ou les prestataires locaux et les services postaux doivent être encouragées », poursuit la conseillère nationale socialiste Brenda Tuosto (VD). « Toute solution alternative qui permettrait de répondre aux besoins de la population et d’éviter un désert postal doit être envisagée. »

La Poste affirme toujours qu’elle dispose de bonnes alternatives aux bureaux de poste. Cela se heurte souvent à la réalité. C’est pourquoi la Poste doit à l’avenir d’abord convaincre les communes de son offre, et ne procéder à des fermetures qu’avec leur accord. Cette demande est portée par des parlementaires de quatre groupes (PS, UDC, Centre et Vert-e-s). Au lieu de procéder à des consultations purement pro forma, les communes doivent enfin être prises au sérieux en la matière. Des consultations pour la forme ne suffisent pas. Les offices de poste ne doivent pouvoir être fermés qu’avec l’accord des communes concernées.

Les interventions suivantes ont ainsi été déposées par les parlementaires socialistes :

  • Motion de Christian Dandrès: «Pour la défense d’un service postal public et universel»
  • Interpellation de Jessica Jaccoud: «La Poste. Fermeture d’un office sur cinq, qu’en pense son actionnaire unique?»
  • Motion de David Roth: «Collaboration plutôt que diktat de la Poste — Renforcement des communes dans la desserte postale»
  • Postulat de Brenda Tuosto: «Améliorer les conditions de coopérations entre les offices de poste et les administrations communales ou prestataires locaux»

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